La situazione che stiamo vivendo ha rivalutato il concetto di presenza. Infatti ad oggi, sono ancora molte le persone in Smart working o che utilizzano l’insegnamento a distanza.
La piattaforma principale utilizzata è proprio quella di “Zoom”, che se un tempo univa, almeno virtualmente due innamorati, ad oggi collega tutti noi nel momento di necessità in qualsiasi ambito.
Una call per ritrovarsi
“Potevo vederla solo due volte l’anno: ero giovane e pensavo che sarebbe stato fantastico, in futuro, avere un dispositivo che mi permettesse di vederla e parlare con lei, premendo un solo bottone”
Così inizia la storia di “Zoom” dal desiderio di Eric Yuan di vedere la propria fidanzata più di due volte all’anno, data la distanza dei college che frequentavano.
Anche se all’epoca Yuan non si sarebbe mai aspettato un uso massiccio della sua piattaforma, le difficoltà di mettersi in contatto con persone, con cui fisicamente è difficile sono oggi dissipate.
Siamo nel 1997 quando Yuan arriva negli Stati Uniti, dopo un anno di rifiuti della sua domanda per immigrare dalla Cina.
Infatti da sempre grande fan di Bill Gates, decide di mettersi al passo con la moda delle dot-com, cosa ancora arretrata in Cina. Al suo arrivo negli Usa trova impiego nella Webex, una società Californiana di software specializzata in strumenti per videoconferenze. Quando nel 2000 la società viene comprata da Cisco, Yuan fa notare la sua bravura e diventa capo reparto di ingegneria.
Inizia così a lavorare ad un progetto di videoconferenze per grandi aziende, ma a causa del software lento e macchinoso non rimane soddisfatto del risultato: Bisogna lavorare ancora sull’iscrizione che avviene ogni qualvolta debba partire una call, e se troppe persone sono collegate si perde la qualità audio-video. Nel 2011, dopo esser stato ignorato per quanto riguarda l’idea di costruire un servizio chiamate su cloud, si licenzia e inizia a cercare finanziatori per la sua idea. Con un capitale di 3 milioni di dollari, recuperati faticosamente da familiari e amici, investe in Saasbee, la sua startUp, oggi conosciuta come Zoom. Il mondo delle videoconferenze è, in questo momento, governato da Skype, la piattaforma di videochiamate di Niklas Zeenstrom e Janus Friis.
Le videochiamate hanno un nuovo nome: Zoom
Per superarlo, Yuan sa che deve essere perfetto. E infatti, dopo due anni, lancia sul mercato la sua idea. Le differenze che offre da Skype e altri concorrenti sono:
– Possibilità di avere l’applicazione su qualsiasi dispositivo e browser
– Funzionare anche in aree con una connessione debole
Il servizio che offre è quindi veloce, semplice e adattabile.
Il suo costo è di 9.99 dollari al mese per le aziende (meno rispetto ai competitor) Grazie a investimenti, come ad esempio quello di “Emergence Capital” di 30 milioni, nel 2017 Zoom diventa il massimo tra le piattaforme, con una valutazione di 1 miliardo di dollari, subito dopo l’investimento di sequoia da 115 milioni di dollari.Ad aprile 2019, Yuan e soci sbarcano in borsa: il valore delle azioni è fissato a 36 dollari, ma nel primo giorno di contrattazioni sale del 72%, portando la valutazione di Zoom a 15,9 miliardi, rendendo Yuan miliardario. L’azienda è, tra l’altro, una delle poche del settore tech ad arrivare in borsa già con un profitto: 331 milioni le revenue annuali, grazie soprattutto ai clienti corporate, del calibro di Samsung, Uber e Walmart.
Ho immaginato per la prima volta Zoom quando ero una matricola universitaria in Cina e dovevo fare un viaggio di dieci ore in treno per vedere la mia ragazza. Detestavo quei viaggi e immaginavo altri modi in cui avrei potuto parlare con lei senza essere per forza costretto a quel genere di spostamenti
Eric Yuan